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Raccontare con il proprio sguardo: la sperimentale fotografia di Francesca Palmieri

“Ragionare a compartimenti stagni è qualcosa di impensabile nel momento storico in cui viviamo, dove i confini tra le diverse pratiche artistiche tendono a sfumare sempre di più, creando spazio per nuove realtà e sperimentazioni”.

Le parole di Francesca Palmieri, classe ’98, descrivono in maniera esaustiva il peculiare periodo artistico-culturale che attualmente si sta dispiegando, nelle sue contraddizioni che sempre più spingono verso una riunificazione di intenti e idee. Proprio il principale medium artistico di Francesca, la fotografia, le ha permesso di esplicitare, attraverso un percorso di formazione in primis e poi di crescita artistica, questa nuova visione della realtà, intimistica e comunitaria allo stesso tempo. 

Nata e cresciuta a Milano, Francesca Palmieri scopre precocemente la sua passione per la fotografia, che ancora oggi costituisce lo strumento privilegiato per immortalare la realtà da lei percepita. Formatasi all’Istituto Italiano di Fotografia prima e alla Libera Accademia di Belle Arti poi, Francesca ha l’opportunità di sperimentare attraverso soggetti, luoghi e tecniche diversi: dalla fotografia di moda al reportage, fino ad arrivare alla ritrattistica e a “scene di genere” contemporanee. 

Il denominatore comune di queste esperienze è da ricollegare al motore narrativo che spinge Francesca a “raccontare” attraverso il suo sguardo non solo il dialogo intimo tra pensiero e coscienza, ma anche il modo in cui la persona si inserisca nel tessuto sociale attuale. Per la prima tipologia, Francesca predilige soggetti ritratti isolati, concepiti come totemiche figure che mostrano, attraverso gesti e sguardi, “un duplice senso di inadeguatezza manifestato nel rapporto col corpo e con il mondo circostante”. Il racconto si estende ai reportage, che vedono una forte implicazione di motivi sociopolitici: da una profonda riflessione sulla politica estera con la questione israelo-palestinese, fino ad arrivare alle conseguenze economiche del Covid sulle realtà più precarie. 

L’attività di Francesca procede però attraverso un cammino fortemente sperimentale, che attualmente la sta guidando verso l’utilizzo di nuove pratiche fotografiche come la cianotipia. A questa necessità continua di cambiamento in campo artistico, corrisponde un nuovo ampliamento nel campo degli studi: la giovane promessa fotografica infatti si sta dedicando ad un percorso sulla curatela e sull’editoria d’arte, che favorisce uno sguardo più vasto sul mondo dell’arte contemporanea, dall’opera e dal suo fondamento critico, alle pratiche espositive.

La fotografia di Francesca Palmieri ci permette di tangere un nuovo modo di concepire lo Zeitgeist della nostra società, sviscerandone le inquietudini interiori e mostrandone i riflessi sociali, ponendoci di fronte ad uno specchio, in cui l’unica nuda protagonista è la carne dell’uomo. 

Ti aspettiamo alla Falcon Expression domenica 27 Marzo presso il Dasein di Milano per poter ammirare l’opera di Francesca Palmieri, che potrete ritrovare qui dopo l’evento!