
L’Artetica di Giorgia e Sergio
Due ragazzi si incontrano e nasce una sinergia importante “una calda sera di Luglio”.
Giorgia Conte e Sergio Di Pilato, rispettivamente fashion designer e architetto, danno un taglio alle loro precedenti occupazioni e chiamano il piano B “Artetica”.

(Foto dal website di Artetica)
Ho avuto il piacere di poter accedere al loro accogliente creative hub, accessibile attraverso un cortile signorile di Milano.
Dopo la pioggia mattutina, la luce del primo pomeriggio ci riscalda tutti in piacevoli chiacchiere sul progetto ed illumina l’ambiente da loro adattato.
Si tratta, infatti, di un piccolo laboratorio in cui offrono diversi servizi che vanno dallo studio progettuale all’interior design, dalla consulenza stilistica nel mondo fashion alle peculiari ricerche relative al vintage e al second hand.
Seppur le attività vanno considerate diverse, i due riescono perfettamente a far comunicare i due interessi, fondendo i rispettivi DNA e dando vita alla capsule UNO, “tra un bagno ed un altro”.



Lo studio in via Petrarca
Capsule UNO ss24
Acquistabile su pre-ordine, adattabile a tutti in quanto gender neutral e disponibile in un’unica taglia, la camicia oversize e il pantalone da loro proposti sono composti da un tessuto deadstock e presentano una tinteggiatura finale, resa possibile tramite tinte completamente naturali.
Questi sono alcuni degli accorgimenti che vanno a sintetizzare le loro volontà circa gli argomenti sostenibilità e inclusione.



La capsule UNO presentata in occasione della Milan Fashion Week 2023
Le fotografie e il videoclip
Ad accompagnare la loro creazione c’è il progetto fotografico realizzato da Filippo Candotti su pellicola e un videoclip.
Coinvolgono dodici figure che si diversificano per età, fisicità e personalità, capaci di valorizzare UNO.
Inoltre battezzano con le loro idee in un luogo destinato purtroppo alla demolizione, i cui volumi e colori si sposano con la capsule: l’istituto Marchiondi Spagliardi.



I contenuti multimediali creati per la ss24 di UNO
Il moodboard
Mi danno delucidazioni attraverso il moodboard esposto su una delle pareti del loro spazio, in cui hanno rielaborato le loro principali ispirazioni: lo stilista Yohji Yamamoto, la sfilata di Margiela, i colori di Helmut Lang, le sfumature di Issey Miyake, i toni di Gaetano Pesce.
Ci sono anche le prime prove di tinteggiatura che mi hanno ricordato, per i colori adoperati, un gustoso gelato alla fragola e al limone.


Prove di tinteggiatura e ispirazioni
Il vintage e second hand
Assecondano la mia curiosità mostrandomi lo stand di abiti ed accessori, frutto di una severa ricerca in fatto di stile, e le mensole apparecchiate giocando con una studiatissima esplosione di colori, che si rivelano essere oggetti di design.
Tra essi, era presente anche il simpaticissimo vasetto in argilla “Culette“, creato da AnnaLena Biotti, disponibile in versione multicolor e realizzato in collaborazione con i ragazzi di Artetica.



Alcuni itemi reperibili sul loro sito
Da napoletana ad un certo punto ho dovuto fare la domanda: da dove prende spunto il nome?
Questo legame brandizzato nasce dalla comune decisione di fondere le parole “arte”, “etica” ed “estetica”, per scoprire successivamente che ha origini napoletane con “arteteca”: l’incapacità di stare fermi con la mente.
Decisamente tutta loro, siccome le idee, il lavoro che c’è dietro e una gradevole complementarietà non mancano affatto.
Promettono pop-up con altri brand. Una scusa in più per fare due chiacchiere con loro e una scelta d’acquisto consapevole.
Autore: Giorgia Celentano
Fotografie: Lara Celentano