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Fluvoxamina: oltre la moda e oltre il futuro

La collezione che sfida la dismorfofobia creando nuove forme del corpo

Dismorfofobia, ovvero il disturbo di dimorfismo corporeo, è una patologia che porta la persona affetta a preoccuparsi per un difetto dell’aspetto fisico, anche immaginario. Spesso, chi ne soffre, tende a sovrastimare le misure o le forme di alcune parti del proprio corpo e le descrive come preoccupazioni estremamente tormentose e, al contempo, dolorose. La condizione può spesso indurre la persona a cercare di modificarsi per porvi rimedio, tramite interventi chirurgici o di auto-manipolazione.

Fluvoxamina

Fluvoxamina è la prima collezione che indaga il duro rapporto che chi soffre di dismorfofobia vive con se stesso, trovando una nuova soluzione. Grazie alla manipolazione dei materiali e l’inserimento di tape adesivi, prendono vita dei capi che possono diventare costantemente altro da sé, rispettando al contempo sia i bisogni della persona, ma anche dell’ambiente circostante. 

Cambiando continuamente i capi cercano di prendere spazio,  perché spesso chi soffre di dismorfofobia tende a perdere la voglia di vivere all’esterno, a favore di una chiusura in se stessi e alla conseguente fobia sociale. Infatti, ogni capo si estende verso l’esterno, non rispettando le forme del corpo, andando a definire quello che è un nuovo standard sia fisico che stilistico.

Fluvoxamina, Gaia Invernizzi, 2022 ©CartaCatramata

Moda e Cinema: una nuova narrazione

Sono riusciti a raccontarlo Carta Catramata, giovane produzione milanese dedicata ai fashion film. In un ambientazione che ricorda uno scenario distopico, le modelle salgono sul podio e si lasciano assemblare addosso gli abiti. L’obiettivo che il regista Andrea Barbui si è dato è quello di far immedesimare lo spettatore in un laboratorio umano, dove tutto è a vista, senza alcun trucco cinematografico che nasconda gli elementi tecnici utili a ricreare un movimento robotico della camera.

Alle spalle della modella si trova una stanza di controllo illuminata da un verde tenue, dove degli addetti ai lavori controllano, come se si trovassero in un videogioco, il corpo delle modelle. Pian piano i capi vengono montati adesso ai corpi, si decompongono e ricompongono dimostrando allo spettatore il dietro alle quinte del processo di creazione. In poche sequenze è possibile vedere come gli abiti cambino e si modifichino, andando a trasformare le forme della modella stessa. 

https://vimeo.com/825088109

La creatrice: Gaia Invernizzi

La creatrice della complicata composizione tessile è la ventiduenne Gaia Invernizzi, neo-laureata allo IED che ha realizzato Fluvoxamina come sua tesi finale. Il suo obiettivo era quello di creare un non corpo, che riesce a modificarsi a seconda del bisogno della persona. Così facendo, nasce un abito in grado di adattarsi, in modo da riuscire a sfruttare tutte le possibilità che quest’ultimo possiede. 

In definitiva, siamo di fronte a una collezione che guarda al futuro e, come dimostra anche il video di Carta Catramata, vede la persona più vicina alla natura, riappropriandosi dei suoi spazi e liberandosi dalle costruzioni sociali che la opprimevano e la spingevano in disturbi come la dismorfofobia. A dimostrarlo è la vittoria al premio YKK nel programma di Camera Nazionale della Moda dedicato a premiare le eccellenze delle scuole italiane, da parte di Gaia Invernizzi con Fluvoxamina.

 

 

 

©CartaCatramata Director: Andrea Barbui DP: Pietro Ronzoni 1AC: Stefano Parolini 2AC: Leonardo Verzeri Grip: Alessandro Di Cio Gaffer: Matteo Bruseghini Electrician: Riccardo Asti Runner : Andrea Fabris Stylist Lorenzo FabbriLorenzo Mantovani, Gianmarco Tanini Hair Stylist: Sara Gualandris Atelier del Capello Sound track: Klaus Tudor-Laurini, Wanderlust Vision Editor: Riccardo Carati Motion designer: Klod Salvietti Sound designer: @bonfeghen@cavojack_ Color: Pietro Ronzoni Model: @gaec__ Model: Priscilla Rosario Cruz Model: Beatrice Dramisino Service: Oki Doki Rent