
Bacon e Pasolini: la triste sorte dell’uomo moderno
Francis Bacon è un famoso pittore irlandese. Nei suoi lavori ritrae spesso crocifissioni, papi, amici e anche se stesso; le sue immagini sono crude, scure, inquietanti a tratti. Ad alcuni potrebbe ricordare a tratti Picasso, dal momento che anche lui inserisce spesso figure astratte e forme geometriche nella rappresentazione di uomini/donne. Il suo scopo principale è quello di rappresentare la brutalità dei fatti: mostrare le cose così come sono senza cercare di impreziosirle con dettagli che non rispettano la realtà.


Rappresentando il mondo così come è Francis ci vuol riportare a quella che è la nostra vera natura: essendo un esistenzialista crede che il valore dell’individuo sia praticamente nullo (poichè è finito), e che l’uomo moderno sia caratterizzato da un senso di solitudine e vuoto.
I suoi quadri sono stati molto utili nella realizzazione di un film in particolare, ossia Teorema di Pasolini. Il film tratta infatti della condizione misera dell’uomo borghese, di come esso cerchi inconsciamente di nascondere il proprio essere dietro a delle maschere purtroppo fragili: quando queste cadono non gli rimane nient’altro che la disperazione, la solitudine, il vuoto.

Pasolini e Bacon hanno per certi versi dunque lo stesso obiettivo, anche se in contesti e modi differenti: mostrare al mondo la vera e triste natura dell’uomo. Questo è sicuramente uno spunto che lascia riflettere: siamo davvero “polvere e ombra”? alla base della nostra esistenza c’è davvero una mancanza che non siamo mai destinati a colmare ? purtroppo l’arte e il cinema non hanno il compito di darci una risposta; lasciano però spiragli, e con questi la possibilità di decidere a cosa credere.