
Altro giro, altro scandalo:
tutto ciò che c’è da sapere su Balenciaga
Una campagna natalizia trasformatasi presto in tragedia. Il pubblico grida allo scandalo e pesanti accuse obbligano il brand alla resa, ma cosa è successo realmente?

Facciamo un passo indietro: la campagna pubblicitaria
Tutto è cominciato lo scorso 16 novembre, con la pubblicazione della campagna incriminata, intitolata Balenciaga Gift Shop. Scattata da Gabriele Galimberti, quest’ultima presenta la nuova collezione Objects del brand. Una collezione, in teoria disponibile a partire dal 21 novembre, che raccoglieva una serie di articoli da collezione, o articoli regalo, in pieno stile Balenciaga. Ovvero, con una spruzzatina di alcolici, sadomaso e provocazione. Forse, troppa.
Tra lenzuola e teiere, vengono manifestamente esibiti sex toys e orsetti vestiti con collari, catene e cinture che richiamano chiaramente l’immaginario fetish e bondage. Ma non sono certo questi articoli ad aver indignato il pubblico, bensì la presenza di modelli d’eccezione: innocenti pargoli probabilmente inconsapevoli dei variopinti utilizzi di una cintura. Per farla breve, il pubblico ha urlato allo scandalo, accusando Balenciaga di aver ammiccato all’orrendo crimine della pedofilia.
Tra accuse e coincidenze
Accanto alle accuse, si schierano, poi, una serie di inquietanti coincidenze che hanno scatenato infinite supposizioni. Prima fra tutte, uno scatto proveniente dalla campagna pubblicitaria Garde-Robe 2023, con Bella Hadid, Nicole Kidman e Isabelle Huppert. Nonostante sia stata scattata mesi prima rispetto alla Balenciaga Gift Shop, la Garde-Robe 2023 è stata pubblicata soltanto lo scorso 21 novembre. Lo scatto in questione presentava l’immagine della Hourglass realizzata in collaborazione con Adidas, sotto la quale si intravedeva una porzione di un documento. Tale documento altro non era che il parere della Corte Suprema degli Stati Uniti del 2008, relativa al caso Williams. Il caso ribadiva e sosteneva la legge federale del 2003, relativa alla criminalizzazione degli atti di pubblicizzazione, promozione, distribuzione o presentazione di materiali pornografici infantili. Come riporta Fox News, Benjamin Bull, consigliere generale del National Center on Sexual Exploitation, ha definito l’apparente svista di Balenciaga come un tentativo di conquistare l’attenzione del pubblico, pur collegando di fatto il brand alla pornografia infantile.


Lo strano caso di Michaël Borremans e Lotta Volkova
Tuttavia, le speculazioni sono, come diceva mia nonna, come le ciliegie: una tira l’altra. L’attenzione del pubblico si è presto spostata verso una foto della campagna primavera 2023, ritrente Isabelle Huppert seduta ad una scrivania. Nella scrivania, tra pile di documenti e quadri, il pubblico ha riconosciuto un libro dedicato a Michaël Borremans, un acclamato pittore di origine belga. E voi direte, quindi? Adesso ci arriviamo.
Rivestendo i panni della Santa Inquisizione, gli utenti di Twitter hanno ricercato qualsiasi indizio che potesse dire qualcosa di più sul binomio Balenciaga-pornografia. Come si suol dire, “chi cerca, trova” e qualcuno ha scovato Fire from the Sun, una serie di dipinti del pittore belga, risalenti al 2017, che andarono a comporre la mostra di inaugurazione della galleria ad Hong Kong di David Zwirner. La mostra raccoglieva una serie di quadri raffiguranti bambini di due o tre anni alle prese con fuoco o membra umane. Ancora una volta, bambini. Bambini coperti di sangue, bambini castrati, bambini apparentemente cannibali. Possibile che nessuno, ai piani alti di Balenciaga, se ne sia reso conto?
Arriviamo, così, alla figura più discussa degli ultimi giorni: Lotta Volkova. Designer del brand Vetements (fondato proprio da Demna Gvasalia nel 2014), quest’ultima ha lavorato a stretto contatto per Jean Paul Gaultier, Adidas e, per l’appunto, Balenciaga. Dire che la sua estetica è hardcore sarebbe un eufemismo. Divenuto privato in concomitanza dell’esplosione dello scandalo di Balenciaga, il suo profilo Instagram è da sempre il palcoscenico di opere d’arte e immagini estremamente esplicite ed inquietanti: occulto, sangue e violenza, temi manifestatamente BDSM e satanici. Poi, c’è il tema dei bambini sofferenti e associati a forze demoniache, che in questi giorni non sta affatto giovando alla sua reputazione. Così come Michaël Borremans, anche Lotta Volkova ha preso le distanze dal brand.



Cosa succede adesso?
Chiaramente, le scuse di Balenciaga, così come l’eliminazione delle immagini della campagna, non si sono fatte attendere. Peccato, che Internet sia molto più veloce dell’uomo e abbia una memoria molto più lunga. A questo punto, non resta che da chiedersi chi si nasconda dietro lo scandalo. Domanda a cui, per il momento, non sembra esistere una chiara risposta. Il 25 novembre, Balenciaga avrebbe fatto caso alla North Six e a Nicholas Des Jardins, i quali si sarebbero occupati della campagna Garde-Robe 2023, dichiarandosi di fatto innocente riguardo il setting della campagna. Il fotografo della Balenciaga Gift Shop, invece, non è stato minimamente accusato dal brand, segno che potrebbe aver seguito unicamente le direttive della casa di moda.
Pedofilia o distrazione?
Ciò che emerge da tutta questa faccenda, alla fine, è che nessuno è immune. Nessuno, nemmeno Demna Gvasalia, che ha fatto della provocazione la sua cifra distintiva, può sfuggire alla furia di Internet. Fare moda, oggi, significa calcolare bene ogni mossa, significa essere pronti ad affrontare una schiera di giudici pronti a gettarti nel dimenticatoio al primo errore.
Balenciaga ha sicuramente peccato di superficialità: in un sistema in cui la moda vuole essere politica, ma dispone poco tempo per attirare l’attenzione di un pubblico svogliato e attento solo ai 280 caratteri di un social cinguettante, Balenciaga ha tentato di denunciare un terribile crimine nel modo sbagliato. Non a caso, questo scandalo si sta combattendo a colpi di video da 30 secondi e di immagini sgranate. La distrazione e la rapidità con cui calano le accuse riflettono la negligenza e la superficialità di un brand che ha tentato, ancora una volta, di alzare l’asticella per far parlare di sé e per far gridare allo scandalo con l’unico scopo di vendere e farsi pubblicità. Anche a costo di sacrificare il buongusto in favore del grottesco. Quindi, sì, in questa storia c’è sicuramente tanto cattivo gusto, c’è sicuramente un errore di valutazione, c’è un crimine raccapricciante che non necessita di superficialità, che non può essere trattato con rapidità, ma con il tempo e la pazienza di scegliere le parole e i modi giusti. Tempo a cui noi, però, non siamo più abituati.
Author: Martina Forasiepi