fbpx

Altaroma FW22: l’INNOCENZA di Casa Preti

La sfilata di Casa Preti all’ultima edizione di Altaroma (2-4 febbraio 2022) è iniziata con una voce di bambino che ha invaso l’aria, sottolineata dalla parola “Innocenza”, proiettata con una calligrafia incerta sul fondale della passerella; questo infatti è il titolo della collezione Autunno/Inverno 22 23 del brand siciliano, e quale miglior modo di comunicare la purezza e il candore di un bambino se non tramite il suono della voce dei bambini stessi?

Il concept della collezione è chiaro: approcciarsi alla vita, al contemporaneo, con gli occhi dell’infanzia, riscoprirsi capaci di guardare non per giudicare ma per comprendere, spingerci a conoscere ciò che ancora ci è estraneo e abbracciarlo, con innocenza.

Tutto parte da una palette cromatica neutra, con il bianco e nero protagonisti di una storia che viene scritta man mano che la sfilata va avanti, il bianco a indicare candore, innocenza e pulizia insieme al nero che invece è profondo e imperturbabile proprio come un bambino innocente. A completare il quadro sfumature di grigio e tocchi di rosso che, impulsivo e vivace, dà l’idea della scintilla che anima i bambini e li rende unici, come fosse marmellata sul vestito della domenica, capace di riportarci indietro alla parte di noi che pensavamo di aver perso.

I modelli e le modelle sfilavano trasmettendo spensieratezza, accennando passi di danza e rivolgendosi verso il pubblico, come a voler far sentire tutti parte della magia che si stava compiendo in quel momento, concretizzata nei capi dalle linee clericali, ormai elemento iconico del brand derivato dalla passione del designer Mattia Piazza per la pulizia e la semplicità.

Una ricerca stilistica che va oltre l’estetica “il lusso non è quello che si fa vedere agli altri, è il piacere di indossare un abito per noi stessi e sentirci bene dentro il suo abbraccio”. Mattia descrive così l’idea alla base del processo creativo di Casa Preti, perseguendo i valori di garbo e comodità con la realizzazione di capi che permettano di essere “abitati” trasmettendo la sensazione di casa semplicemente indossandoli e vivendoli.

Alla fine, sulle note di “Luna” di Gianni Togni, insieme ai modelli e al direttore creativo, sono usciti in passerella tutti coloro che hanno lavorato dietro le quinte e contribuito a rendere possibile lo show, la giusta conclusione che ribadisce ancora una volta l’impegno e l’attenzione sincera di Casa Preti verso l’altro.

Un’attenzione che si riflette anche sul processo produttivo, che utilizza aziende locali e tessuti italiani, con attenzione maniacale per i dettagli: le fodere interne di abiti e capispalla sono selezionate con la stessa cura del tessuto esterno, per restituire quella sensazione di lusso e attenzione sulla pelle di chi li indossa.

La chicca: la tela vaticana originale utilizzata nelle fodere delle giacche (in perfetto accordo con linee ed estetica) e il cubetto di pasta modellabile che mi è stato consegnato all’inizio della sfilata, un invito a ritornare bambina straordinariamente evocativo nella sua semplicità, o per meglio dire, nella sua innocenza.

Foto: Valerio Del Moro

POST A COMMENT